Il week end trascorso fa paura. La tranquillità con la quale passa un tre giorni di calcio cadetto e gara di Formula Uno fa da contraltare ad un pensiero strisciante. La vittoria contro l’Empoli ha portato i primi tiepidi raggi di sole nel nebuloso cielo sopra il Friuli. Sono tre anni che piove e grandina da queste parti. Però anche i due gol firmati Felipe e Perica, non a caso due giocatori che fanno della volontà la loro arma migliore, non cancellano il famoso detto: una rondine non fa primavera.

L’arrivo di Kums è senz’altro una bella notizia, ma il calcio di serie A vive in questi anni il suo peggior momento, il canto del cigno. La programmazione tecnica non esiste. Le grandi squadre rinunciano ad una preparazione atletica e tattica per andare in tournee in giro per il mondo. Le piccole non riescono a completare gli organici. Il Palermo è rimasto senza attaccanti ed allenatore, il Crotone ha giocato ben due partite senza una prima punta per poi prenderne due in prestito (Trotta e Falcinelli). Il Bologna non ha un sostituto di Destro con un minimo d’esperienza di A.

Fra le tante, l’Udinese pare avere l’attacco migliore: Zapata a breve troverà la forma, Thereau garantisce almeno una decina di gol, De Paul potrebbe essere il numero dieci che ci è mancato per anni. Ma anche Iachini in conferenza stampa ha parlato di tempo per collaudare la squadra e il nuovo modulo visto che De Paul gli è arrivato a metà preparazione e Kums addirittura negli ultimi giorni. E qua inizia la paura.

Iniziato con un 352 che pareva dare garanzie per una salvezza tranquilla, passiamo a un 4321 che unito al pressing alto potrà finalmente dare una nota di gioco offensivo a una squadra che è stata troppo “timida” per troppo tempo. Nel mentre però il campionato va avanti. Ci troviamo di fatto a rifare la preparazione tattica a giochi iniziati. Il pensiero vola e prevede un contraccolpo a Milano. I quattro gol di Roma non sono un ricordo, ma una catena di DNA che questa squadra non riesce ancora a spezzare e ricreare. Tanto più che si infortuna Samir in un’amichevole dove la difesa sbaglia per l’ennesima volta e viene trafitta. Chi metteremo a sinistra?

Perché il grande problema del nostro mercato è quello. Ora, anche se in ritardo, ma finalmente (ne va dato atto alla società) abbiamo un centrocampo fatto di muscoli e piedi buoni, di corsa e senso tattico. L’età media si è notevolmente abbassata, ma a sinistra rimane un problema che la campagna acquisti non ha saputo risolvere. Samir può essere prestato alla fascia, specie se davanti ha un pressatore come Hallfredsson o Jankto che in estate copriva quel ruolo. Ma di Armero e Ali Adnan ci si può fidare definitivamente (nel primo caso) o ancora (nel secondo caso) molto poco.

I crolli psicologici derivano sempre o quasi da errori della difesa. L’anno scorso, solo la partita contro il Carpi al Braglia fu persa per un centrocampo non pervenuto. Il problema della mediana era la costruzione, la mancanza di assist man, di piedi buoni. Il lavoro di Iachini, visto che la mezza rivoluzione non ha toccato la difesa (modulo diverso ma stessi uomini), è improbo.

Avanti ancora. Le squadre che in serie A ottengono migliori risultati sono, guarda caso, quelle che hanno uno zoccolo duro di italiani. E’ inutile parlare della Juventus (5 titolari davanti alla porta), ma potremmo stare ore a disquisire su un Sassuolo molto costante seppur il modulo e il gioco non aiuti la squadra di Di Francesco. Potremmo parlare di un Empoli in cui la vecchia guardia era ed è italiana. Il Carpi del girone di ritorno, quello che Castori aveva portato in serie A, era quasi tutto italiano: 24 punti in 19 partite o 27 in 20, se consideriamo anche la vittoria su di noi nell’ultima di andata. Il dubbio sorge spontaneo: le motivazioni di una squadra fatta di stranieri, parte dei quali in prestito, saranno alte anche nelle ultime 10 partite di campionato? quelle che per una squadra che deve salvarsi fanno la differenza? 5 in casa e 5 trasferte, 7 scontri diretti dei quali 5 fuori casa e solo 2 fra le mura amiche.

Eh sì, il pensiero vola… ora a Iachini bisogna chiedere di replicare quanto fatto con l’Empoli. Invertire la rotta, ma non da una settimana all’altra, bensì nella costituzione di quel patrimonio salvezza che sono i punti in classifica. L’anno scorso, contro le ultime quattro squadre, quelle che dovettero lottare fino alla fine per salvarsi, si conquistarono 7 punti in otto partite. Troppo pochi, per sperare di salvarsi.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 06 settembre 2016 alle 19:10
Autore: Giacomo Treppo
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