Giampaolo Pozzo ha dichiarato senza mezzi termini che l’Udinese ha un evidente problema di forma fisica. Gli infortuni accorsi a vari giocatori ultimamente sembrerebbero dare ragione al Paron, ma ci sono anche altri dati che definiscono una situazione differente.

Un tifoso da tastiera (in questa terra di giornalai e tifosi da tastiera…) è andato a controllare i dati forniti dalla Lega Serie A, rispetto alle ultime cinque partite. Le statistiche segnano i chilometri corsi dalle squadre e la suddivisione in jog (corsetta) run (corsa) e sprint (scatto). Ebbene, nella sconfitta contro la Lazio non solo abbiamo percorso 3km in più, ma siamo stati primatisti in tutte e tre le fasi della corsa. La fase jog mi dice poco, è quella che fai quando l’altra squadra gira palla e tu corri in orizzontale da una parte all’altra del campo per coprire le fasce. E’ una corsa spesso deleteria. Quello che mi interessa è il run, la corsa vera e propria fatta di fiato, gambe e polmoni e la sprint, la capacità di accelerazione, lo scatto. Abbiamo battuto anche l’Atalanta sui km totali e sulla run; la Juventus su run e sprint; il Sassuolo su run e la Fiorentina su jog e sprint. Quando non abbiamo battuto gli avversari su corsa totale, la abbiamo bene o male pareggiata, escluso il sorprendente Sassuolo di Iachini che con ragazzotti presi dalla bassa classifica di serie B si sta togliendo più soddisfazioni di noi.

La nostra è una squadra che corre. Allora perché non segna e subisce gol? Perché corre male, of course. Sono cinque anni che corre male. Cinque anni di direttori sportivi cambiati, di allenatori assunti ed esonerati, di senatori mancati e di tanti stranieri in una babele linguistica e culturale che difficilmente aiuta l’emergere di una leadership nello spogliatoio. Tanto per intenderci: l’Inter aveva gli argentini… non è un errore avere giocatori stranieri, è sbagliato non riuscire ad assimilarli.

L’Udinese senza Lasagna perde sia De Paul che Maxi Lopez. Le migliori partite dei due argentini sono state giocate sempre o quasi con il compagno ex Carpi di fianco. La prestazione del Maxi Lopez di domenica contro al Lazio era ben migliore di quelle viste ultimamente. Idem per De Paul, settimo migliore assist man di serie A ai tempi di Delneri (tutta colpa sua…), poi inutile “10” a predicare nel deserto. Gli scatti venivano fatti, ma a vuoto.

I gol subiti nelle ultime partite sono quasi tutti nati da errori di posizionamento o errori individuali tali e quali a quelli che determinati giocatori commettevano con Delneri, con Iachini, con De Canio e compagnia cantante. L’Udinese ha un problema di forma o di sostanza? Sbagliavo nell’illudermi che Perica potesse sostituire Lasagna; non mi sbagliavo nel criticare un mercato invernale che non ha sostituito Behrami in quello che da sempre è il ruolo più basilare di una squadra di calcio.

E’ Giulio Fornasiere che ha fatto una semplicissima sintesi, una piccola osservazione su dati oggettivi di corsa. L’Udinese batte spesso le squadre che ha di fronte in quanto a corsa. Scattano, corrono, ma spesso a vuoto. Forse non è la forma che manca, ma la sostanza. Ed è inutile dire che una società che cambia DS tutti gli anni e non ha un progetto tecnico degno di tale nome, difficilmente può coprire tutti i tasselli di cui ha bisogno un allenatore per dare anche sostanza, e non solo forma, a una squadra.

Ricordate i tempi di Guidolin e Stramaccioni? C’era quasi un dibattito filosofico se fosse meglio una difesa a tre o a quattro. Ma se ti mancano sempre i tasselli e per “aggiustare” la difesa devi mettere un centrale terzino sinistro e un laterale d’attacco terzino destro, allora significa che prima di tutto manca la sostanza. Non necessariamente i giocatori buoni, ma quell’equilibrio, quella linearità fra società – settore tecnico – allenatore – squadra che è necessaria per mettere in campo undici giocatori che corrano sì, ma tutti nella stessa direzione e con disciplina

 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 11 aprile 2018 alle 18:42
Autore: Giacomo Treppo
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