Partiamo da un assunto di onestà: io non avrei mai e poi mai annullato il gol del Chievo tramite VAR. Era un fuorigioco molto dubbio e la regola recita che nell'incertezza il guardalinee non deve segnalare, quindi a norma di regolamento il gol dovrebbe essere regolare. Io avrei ammonito, nel primo tempo, sia Samir che Nuytink. Per la prima volta quest'anno un arbitraggio, VAR compresa, ci ha favorito. Fatto sta, però, che abbiamo pareggiato una partita maledetta.

Oddo la ha preparata male, a mio modesto avviso. Ovviamente se ne intende molto più lui di me, di calcio, ma non capisco il perché di una disposizione in campo che non era ne carne ne pesce. Ne chiusi per poi partire in contropiede, ne pressing alto come (sempre secondo la mia umilissima opinione) bisogna fare per neutralizzare il centrocampo dei clivensi. Invece ci siamo annullati da soli e ringraziamo che Pezzella, oltre agli errori dovuti dalla voglia di strafare, ha anche azzeccato un paio o più di cross importanti.

Il primo tempo poteva tranquillamente finire 3.0 per il Chievo e nessuno avrebbe avuto il coraggio di dire nulla. Invece la dea bendata ci ha assistito e siamo andati a bere il thé caldo su un risultato di pareggio. Molto meglio nel secondo tempo, quando finalmente i centrali uscivano sulle mezzali (sennò che senso ha difendere a cinque?) e le nostre mezzali hanno rispettato un po' di più le consegne. L'Udinese stava crescendo mano a mano e le ripartenze (ma ci vergognamo a chiamarle catenaccio e contropiede?) erano buone e pericolose. Poi il cambio inspiegabile di De Paul, forse il più in palla nella ripresa e la fine della partita anticipata.

Tutti sotto la doccia e un punto a testa che fa classifica e non scontenta nessuno. Però la mediocrità. Se contro il Bologna un pareggio poteva bastare e la vittoria è stata magnifica viste le azioni dei gol in velocità, contro il Chievo ci si poteva aspettare di più dall'Udinese. Non penso siano stati loro a metterci in crisi, quanto noi a non rispettare le consegne. Il senso di squadra, in campo (ovvio), non lo si crea in un mesetto e nemmeno, e comunque serve un leader. Leader che Danilo non è: male la sua prima mezzora e bene dopo. Mancava un Berhami...

Fofana può ricoprire quel ruolo se non c'è bisogno di dirigere, altrimenti non ha ne il carisma ne le capacità. Barak è in calo di forma, probabilmente sta pagando un girone di andata giocato alla grande in un campionato nuovo per lui. Il bel giocatore visto fino a due domenica fa pare svanito. Già contro il Bologna mi aveva deluso, oggi è stato alquanto impalpabile. Jankto è sempre lui, bellissimi contropiedi e senso tattico offensivo da vendere, ma zero assoluto o quasi in fase di ripiegamento.

Oddo ha da lavorare, ma come disse Cosmi (il parafulmine di errori altrui) “il carattere non lo alleni” e a noi, quando manca Behrami, manca un leader in campo. Il gioco di Oddo va bene se hai uno che ti sa gestire l'altezza di pressing e i movimenti a salire e scendere del centrocampo: in quello lo svizzero è ancora bravissimo, ma la forma fisica è quella che è. Eco perché dicevo che l'esonero di Delneri era avvenuto per colpe altrui: a metà prima tempo, pochi secondi prima che annullassero il secondo gol del Chievo, pensavo che puoi avere anche Guardiola in panchina, ma se mancano i leader non ottieni molto. Era così per Delneri, è così per Oddo. Ancora una volta mi ripeto: i problemi dell'Udinese non siedono in panchina, ma derivano da anni di mercato mal gestito e di mancanza di disciplina interna.

Portiamoci a casa questo punto, ringraziamo la dea bendata per averci baciato ripetutamente questa sera e vediamo di ripartire dal rientro degli infortunati. Specialmente lasciamo lavorare Oddo senza mettergli pressione che, ricordo, nasce sia dalle eccessive critiche sia dall'euforia (brutta bestia, forse è anche peggio). Forse è un bene staccare la spina proprio quando la tensione, il senso del dovere e quasi dell'obbligo della vittoria stanno appesantendo le nostre gambe. Fatto sta che l'Udinese di stasera pareva quella dell'esordio in casa diciannove partite fa, tale e quale specie nel primo tempo. Lunga, sfilacciata, senza leader, senza responsabilità, senza coraggio. Rimango sempre con quel cruccio che mi sarebbe piaciuto osare di più quando una squadra di “vecchioni” (sportivamente parlando, si intende) non ne aveva più e De Paul stava salendo in cattedra.

Non ci posso far niente, ognuno ha i suoi preferiti... oggi guardavo le statistiche della Lega Serie A e De Paul è fra i primi quindici per assist totali e settimo, se non ricordo male, per assist decisivi. Lo guardo giocare e mi viene una melanconia che mi stringe il cuore perché penso a Guidolin. Cosa avrebbe fatto Francesco da Castelfranco con un giocatore così al posto del Mago Maicosuel, dietro a Totò. Abbiamo buttato via due partite contro il Braga. Ma questa ormai è storia. Spero di non rimanere l'unico a capire che il vero crac dell'Udinese non è Jankto o Barak, ma l'argentino.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 05 gennaio 2018 alle 20:28
Autore: Giacomo Treppo
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