L’Udinese arriva alla sosta natalizia e al conseguente mercato invernale con molte più certezze che dubbi. Il merito è un po’ di tutti: così come  quando le cose vanno male il pesce inizia a puzzare dalla testa, così anche quando vanno bene bisogna darne atto alla società. Il mercato estivo è stato discreto, è colpevole di un errore grave per la fascia sinistra (evitiamo di chiederci il perché…), ma ha sancito il ritorno alla vera politica aziendale, quella della valorizzazione di giovani con potenziale. Ne consegue che la rosa è migliore, e migliore è anche l’allenatore alla guida dei bianconeri. Non me ne vogliano Stramaccioni, Colantuono, De Canio e Iachini. Tutti più o meno bravi allenatori, ma Delneri ha in più un DNA di gioco e filosofia del calcio che lo rende affine alla piazza.

La prima notizia della sessione invernale non è stato un rumor su uno dei “pezzi pregiati” della rosa, ma la cessione di Armero. Con il contratto in scadenza a fine stagione, è una piccola cosa, ma lasciate che ce ne possiamo rallegrare. Come atleta le sue prestazioni sono quasi sempre state mediocri. Il lato umano lo possiamo giudicare al bar, non qua, ma non credo che lo spogliatoio abbia perso un leader. E la seconda notizia è, udite udite, il buon Bonato che ha smentito la cessione di Faraoni. Una smentita a metà: non dovrebbe partire… E’ ovvio che il ragazzo, che può benissimo giocare titolare in seria A, si senta attratto dalle sirene di un Frosinone che quasi certamente conquisterà la promozione. Lui e Angella non hanno più l’età per fare le “eterne promesse”. L’ago della bilancia sarà, ancora una volta, il buon Gigi Delneri e il settore tecnico dell’Udinese. Un reparto che potrebbe cedere Armero, Ali Adnan ed Hertaux ha bisogno di un ricambio: si può puntare su un altro giovane, di sicuro un sinistro di piede, senza però andare a intaccare un magnifico equilibrio. Prima che iniziasse il campionato scrissi che questa rosa aveva bisogno di “magnifici 6”, giocatori magari non eccelsi, ma costanti in un rendimento fatto di pochi errori. La nostra difesa, ora, è così: Angella e Faraoni danno garanzie di costanza nel rendimento. Retrocederli nella griglia di partenza sarebbe un errore altrettanto grave del pensare che Armero e Ali Adnan possano dare garanzie in serie A come terzini sinistri.

Il centrocampo è forse il settore che meno ha bisogno di innesti. Si parla di Cigarini, ma almeno che non si voglia trasferire Kums a Londra prima del tempo previsto, non abbiamo necessità particolari. Difficilmente quest’anno andremo in Europa, la salvezza pare ormai cosa fatta: meglio costruire i giovani. L’ex pupillo di Delneri potrebbe essere ottimo per il prossimo anno, al netto dell’età. Sta di fatto che la rivalutazione di Hallfredsson (della quale dobbiamo dare merito in primis a Iachini), la rivelazione Fofana, i polmoni di Badu e le garanzie di palleggio di Kums sono certezze che ci lasciano dormire sonni tranquilli. Jankto e Matos possono crescere gradualmente. 

Il settore più delicato, a mio avviso, è l’attacco. Se la difesa inizia a dare certezze, se il centrocampo coniuga qualità e quantità per la prima volta da vari anni a questa parte, il settore avanzato è quello dove bisogna programmare. Non mi preoccupa Peneranda, sapevamo tutti che era di passaggio. Mi spiace sinceramente non si sia potuto mettere in evidenza. Credo che abbia mezzi ben al di sopra della media, velocità e capacità di nascondere palla. Forse poteva essere più utile come contropiedista con Iachini che con Delneri. Ma dobbiamo invece fare i conti con Zapata & Thereau. I due hanno dimostrato, anche a Genova sponda Samp, di avere un ottimo feeling: il primo è in prestito ed è probabile che il Napoli lo riprenda per girarlo altrove il prossimo anno. Thereau ha una certa età: sta vivendo, con Gigi da Aquileia, una seconda giovinezza, ma ogni anno che passa può esserci un tracollo fisico. Lo abbiamo visto con Totò Di Natale. Se la società non è stata attenta nel sostituire per tempo il fuoriclasse partenopeo, a maggior ragione non può farsi trovare impreparata il prossimo anno. E come ben sapete, è in inverno che si devono porre le basi per l’anno venturo, se si vuole programmare. De Paul ha dimostrato di essere un buonissimo “dieci”, un mediocre “sette”. L’ironia del destino vuole che dopo anni in cui provavamo chiunque nel ruolo di trequartista, ora l’abbiamo e non lo mettiamo a fare l'ala. Ovvio che è meglio lasciare libertà al bomber francese che a lui, finché Monsieur T. continua a segnare e convincere. Ma sarebbe deleterio non valorizzare un giocatore delle doti dell’argentino. E dietro, abbiamo un Perica che giustamente scalpita e un Matos che pare il cugino ricco e bello del giocatore ammirato l’anno scorso.

Se fino alla scorsa stagione dovevamo strapparci le vesti di fronte a squadre raccapezzate alla bene in meglio, e potevamo stare ore ed ore ad arrovellarci le cervella per cercare di ottenere una compagine affidabile da un mercato difficile, questo è forse il primo anno che possiamo vivere gennaio con serenità. Finalmente la società sta operando in maniera più che adeguata, magari con colpevole ritardo, ma si sa… nel calcio contano solo i risultati, non le intenzioni, quindi è giusto che solo ora raccolgano i meriti. Speriamo che la cessione di Armero sia la migliore introduzione alla sessione invernale di calcio mercato e che la squadra legga il meno possibile i giornali, durante questo lungo mese che ci vedrà affrontare Inter, Roma e Milan in casa ed Empoli in trasferta. 

 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 28 dicembre 2016 alle 19:33
Autore: Giacomo Treppo
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