Iachini aveva chiesto continuità. Forse bisognava avvertirlo che, gli anni scorsi, ogni volta che si parlava di continuità, il risultato era una prestazione mediocre. E così è stato anche questo anno. L'Udinese ha iniziato la partita con un timore reverenziale che non era stato concesso al Milan. Segno evidente che le motivazioni erano diverse (di continuo, c'è solo questo...).

Nella prima mezzora, prima che Hallfredsson sfornasse un magnifico cross sul secondo palo, i bianconeri hanno perso tutti i contrasti, tutti gli scontri fisici o quasi. Per fortuna che, dopo una decina di minuti, ci si era disposti più chiusi e corti rispetto alla squadra lunga di inizio partita. Sotto la pioggia, contro il Chievo, sarebbe stato un autentico suicidio. E dopo il gol di un Zapata pienamente recuperato, ecco che l'Udinese si sveglia, inizia a far girare palla, ci mette la gamba e vince il duello in campo. Alla fine del primo tempo c'è una paura inconscia che ormai attanaglia tutti i tifosi.

Cosa ne sarà di noi, nel secondo tempo? perché questa squadra ha mostrato una mancanza di voglia, negli ultimi anni, che farebbe gridare allo scandalo a chi vedesse le buste paga mensile degli undici in campo. La seconda fraziona di gioco parte malissimo, subito schiacciati, subito passivi. Kums oggetto non pervenuto, fa rimpiangere non solo Fofana, ma anche qualche giocatore del passato. E' stato preso per portare esperienza e possesso palla. Oggi ha fallito in entrambi i casi. Quello che più mi ha preoccupato è stato vedere i compagni che non gli passavano il pallone nemmeno quando in difficoltà. Non serve leggere i libri di Levi Stauss per sapere che la leadership dipende anche dalla legittimazione che un capo si costruisce. Il belga ha un ottimo biglietto da visita, lo usi!

Ma la leadership manca anche dietro, dove Danilo si sostituisce al compagno regista nell'impostazione del gioco. Sbaglia sempre o quasi. Il capitano deve essere una persona di carattere, un giocatore costante nel rendimento. Anni fa avevamo 6/7 giocatori che rispondevano a queste caratteristiche. Oggi, semplicemente, no.

Così dobbiamo parlare anche dell'anarchico per eccellenza: monsieur Thereau. Tanti, tanti mezzi messi a disposizione di un carattere non appropriato. Sia chiaro, non giudico l'uomo (il ragazzo) non lo conosco e non mi interessa. Massimo rispetto per la vita privata. Ma aspettarsi che il francese prenda per mano la squadra è come giocare rosso o nero alla roulette, a volte lo fa altre no, non ci sono motivi apparenti.

All'Udinese manca un Leader, ne mancano due, ne mancano tre almeno... Così la testa di squadra se ne va, ti schiacci e prendi due gol identici con la difesa schierata che rimane ferma su un cross. L'anno scorso De Canio aveva capito che dare le chiavi del centrocampo in mano a Kuzmanovic era importante anche sotto il punto di vista del carattere. E lo slavo aveva ripagato l'allenatore.

Quest'anno l'unico giocatore che risponde alle caratteristiche del leader è il sorprendente Hallfredsson, anche se gli manca il dialogo con i compagni. Non è un Pinzi o un Domizzi che richiamano tutti alle posizioni, non è un Totò che sgrida chi va dietro alle farfalle.

Iachini ha sbagliato nei cambi, tardivi, non ha sbagliato nella disposizione ne nella formazione. Wague e Armero erano due scelte obbligate. Ma si ricordi cosa diceva un altro allenatore con il cappellino, qua a Udine: "Il carattere non lo si allena, o c'è o non c'è". In quell'Udinese mancava, manca da anni anche ora. Un leader lo avevamo l'anno scorso e non è stato riscattato...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 18 settembre 2016 alle 15:05
Autore: Giacomo Treppo
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