I problemi di tre anni di mercato e gestione tecnica fallimentare, in un crescendo negativo, non si possono risolvere in una sessione di mercato. Quando arrivò Guidolin, l’anno prima era andata male, ma la squadra era quella che aveva ben figurato sotto la guida di Marino. Iachini invece subentra in una gruppo di lavoro e di atleti con pecche marcate ed assenza di spogliatoio. Non ce ne vogliano all’Udinese, è una critica costruttiva. Quello che voglio dire è che ci sono attenuanti quest’anno, che ci si può aspettare al massimo una crescita moderata e non traguardi europei. E’ questo il punto di partenza dell’analisi che si può fare.

Fare un mercato di output non è per nulla facile. Non a caso Zielinski che ha giocato negli ultimi anni ad Empoli viene ceduto con maggiori guadagni rispetto a un Fernandes altalenante in terra friulana. Addirittura Widmer, forse l’unico big presente in formazione bianconera, è di difficile cessione a cifre consone. Quello che l’Udinese pare portarsi dietro è il solito endemico problema a centrocampo. Manca un regista, un giocatore completo che sappia alternare le due fasi. E’ ovvio che la mancanza si sente di più con un centrocampo a cinque che con uno a quattro. Ma tanto è e tanto rimane. Ieri sera non abbiamo visto giocare Lodi per un più giovane e “spaurito” Fofana (il giocatore si farà…). Quello che Iachini vuole fare lo vedremo prossimamente. Rimane il fatto che 9/11 della formazione titolare erano presenti anche l’anno scorso e pochi avevano soddisfatto il palato (umile, altroché) della tifoseria friulana.

Di positivo c’è il ritorno a un mercato all’antica. Finalmente abbiamo comprato un giocatore bello e pronto, giovane, che voglia emergere, con potenzialità altrove inespresse: Rodrigo De Paul. Dopo un avvio titubante, ecco che l’argentino è cresciuto alla distanza. Lo schema del 3421 sembra essere ideato per lui. Spostare in avanti la qualità dei piedi rende l’Udinese difronte a un dilemma tattico: pressing più alto o regista che lancia in verticale (un Inler…)? Perché la difesa attuata da Iachini è di quelle solide. Richiede uno sforzo atletico per gli uomini di fascia, che vanno a sommarsi alla linea di difesa. Ad aprirsi sono più spesso le mezzali di centrocampo. Sembra che per Iachini difendersi significhi riempire gli spazi, occupare il campo, bloccare le avanzate negli ultimi trenta metri. E’ ovvio che per fare un gioco del genere è importante puntare molto sul fondo e sui carichi di lavoro estivo.

E così, se nel primo tempo contro gli inglesi del “Boro” abbiamo assistito all’ennesima accozzaglia di giocatori in campo, ecco che nella seconda frazione l’Udinese è diventata squadra, si sono viste giocate, rispetto delle posizioni, una presenza anche in verticale del campo. Unica pecca il possesso palla, regalato troppo spesso agli avversari. E qua torniamo sul discorso del regista. Per ciò che riguarda i gol sbagliati davanti alla porta avversaria, possiamo tranquillamente soprassedere. Quando i carichi di lavoro sono pesanti, come ammesso dal Mister, le gambe vanno per i fatti loro, la precisione latita.

Ma l’Udinese, nel prossimo mese, dovrà procedere a passi spediti sulla via di altre cessioni. Cercare di rivalutare giocatori che hanno deluso per molti anni è deleterio, specie quando di mezzo c’è la corsa alla salvezza. Questo al netto di eventuali cessioni di qualche giocatore come Widmer, Thereau e Badu che a fine stagione avevano paventato la voglia di cambiare aria. Ma la prima urgenza è là, in mezzo al campo. Occorre almeno un centrocampista di corsa e piedi, di geometrie e possesso palla. Dopo, tutto verrà da sé.

 

 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 04 agosto 2016 alle 17:45
Autore: Giacomo Treppo
vedi letture
Print