Commentare la partita di ieri è difficile. L’Udinese ha colpito due traverse negli ultimi minuti in una partita che ha iniziato a giocare al 30esimo del secondo tempo. Sarebbe bastata un po’ di fortuna, contro un Sassuolo mediocre (anche loro hanno lasciato la testa negli spogliatoi) per portare a casa i tre punti. Come ho già scritto tante volte, i meriti nel calcio non contano. Se segni vinci, punto e basta. Eppure…
Non mi va di procedere oltre con le introduzioni ai discorsi da affrontare. Mi svesto delle cerimonialità e vado al sodo. Il problema dell’Udinese non è in panchina: non era Guidolin, non era Stramaccioni (che forse ho criticato fin troppo), non era Colantuono e non era De Canio. Tanto meno è Iachini al quale va dato atto di credere in un modulo e in un modo di giocare e di perseguirlo. I cambi sono stati fatti nel rispetto di un equilibrio tattico. Questa è una squadra che ha un disperato bisogno di punti fermi. Il problema dell’Udinese è che si è perso il calcio, la competenza, una anche semplice parvenza di senso di squadra. 
Per commentare una prestazione sciagurata mi avvarrò dei numeri: 
PRIMO - Lirola ha fatto 7 cross indisturbato, i cross subiti dal fondo, sulla nostra fascia sinistra, sono stati 5/5. Sapete che significa? Che ogni volta il Sassuolo abbia provato ad arrivare sulla linea di fondo e crossare, nessuno, ripeto… NESSUNO lo ha fermato. 
SECONDO – il possesso palla è stato 61/39 per il Sassuolo. I neroverdi hanno tenuto palla per il 58% del tempo nella nostra metà campo. Di contro, quando l’Udinese aveva palla fra i piedi rimaneva rintanata nella propria metà campo per il 73% del tempo. L’ultimo quarto d’ora del primo tempo ha visto un 81/19 per il Sassuolo. Praticamente, abbiamo iniziato il riposo un quarto d’ora prima… E Kums, il giocatore che doveva portare tasso tecnico e possesso palla, ieri giocava?
TERZO – siamo riusciti ad uscire sconfitti contro una squadra che ha perso 43 palloni e ne ha recuperati solo 11. La prestazione del Sassuolo è stata da Lega Pro. Nemmeno il Crotone ultimo in classifica perde 43 palloni in una partita, mai visto in serie A. Noi siamo riusciti a perdere.
La sconfitta di ieri mi ricorda una partita che, nella mia memoria, equivale all’immagine dei musicisti che suonano imperterriti mentre il Titanic affonda. L’anno scorso, poco lontano da Reggio Emilia, la partita era Carpi Udinese, ultima di andata. Fu l’inizio di un (probabile) ammutinamento, di un’anarchia vergognosa che contraddistinse lo spartiacque fra una media punti da Europa ed un’altra da serie B. Anche allora lasciammo giocare l’avversario. Anche allora ci svegliammo gli ultimi 20 minuti, anche allora un legno ci negò il pareggio.
C’è solo una cosa di diverso rispetto a quella scellerata partita: oggi il capitano Danilo ha parlato. E mi verrebbe da dire “finalmente!”. E’ giusto che il capitano dica le cose come stanno, anche a mezzo stampa. Il capitano deve essere un leader e i veri capitani non possono aspettare per sempre. Perché sono tre anni che vari giocatori dimostrano poche motivazioni. Ok, gli infortuni non ci aiutano, la nostra fascia sinistra è un colabrodo, ma come ho già scritto varie volte quest’anno le scuse stanno a zero. Chi va in campo deve rispettare la maglia, o il contratto se non gliene frega niente di Udine e dei tifosi. Inutile cercare capri espiatori nell’allenatore di turno.

C’è una rivoluzione a metà che è stata fatta. C’è un buon mercato con una dimenticanza grave (la fascia sinistra). C’è un allenatore che, piaccia o meno, sta cercando di cambiare mentalità alla squadra e sta inserendo con la giusta gradualità i giovani a disposizione. E’ ora di smettere di coccolare chi “potrebbe ma non si impegna abbastanza”, non siamo alle scuole elementari e non dobbiamo viziare nessuno. 
Intanto, questa domenica, i due peggiori per prestazione fornita sono rimasti in campo fino alla fine: Kums e Adnan. In panchina sedevano tre giocatori che avrebbero potuto sostituirli con prestazioni senz’altro migliori. Per il ruolo di regista sia Lodi che Fofana. Per il ruolo di terzino sinistro Angella. L’italiano non ha lo scatto necessario per giocare sulla fascia, ma 5 cross messi in mezzo su 5 tentativi dal fondo è come giocare senza terzino: fare peggio è impossibile!

 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 26 settembre 2016 alle 19:30
Autore: Giacomo Treppo
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