Se non mi esaltavo prima della partita di Coppa Italia, non mi demoralizzo adesso. A preoccuparmi non è la sconfitta, quanto le dichiarazioni post partita di Iachini. Chi c'era l'anno scorso vede i fantasmi. Allora perché schierarli? Fatto sta che l'Udinese inizia un campionato dove non può mentire, prima di tutto a se stessa: l'obiettivo è la salvezza, sia chiaro a tutti. Ed è possibile, anche con questa rosa! Anzi, come ho già avuto modo di scrivere, penso in cuor mio sia più facile ottenerla se si pensa prima a vendere, rispetto al comprare. L'allenatore col berretto, che ha tutta la mia stima, deve fare le nozze con i fichi secchi. Non fraintendetemi, anche nella rosa friulana ci sono giocatori buoni, ma il problema è sempre là, in mezzo al campo.

In questi giorni sto leggendo “Storia del Friuli” di Tito Maniacco. Un libro difficile per un neofita come me, ma affascinante. Diciamo, se vogliamo fare un parallelismo, che la politica societaria post Watford sembra avere uno stampo più “veneziano” che “patriarcale”, come invece era stata prima. L'impoverimento della rosa non è dato tanto da giocatori scarsi, quando da un generale abbandono tecnico in fase di costruzione. Il Friuli, sotto i veneziani, visse i suoi secoli peggiori. Non per colpa dei Doge, ma per via di contingenze climatiche e storiche alle quali i “padroni” non seppero porre rimedio, abituati come erano a formulare politiche marittime invece che terrestri. Così Iachini, in quella zona del campo, si trova a doversi inventare qualche scappatoia per eludere un problema di carenza tattica e tecnica non da poco.

Vediamo le soluzioni. Parto dal presupposto che comprare tanto per prendere non serve. Che se devi spendere è meglio andare sul sicuro (per poi non dover tenere per anni un giocatore inutile, ne abbiamo già anche troppi…). Che forse una politica programmatica dovrebbe prima di tutto mirare a vendere. Tre ne vendi (o quattro, o cinque) e uno ne compri.

Se giochiamo con un centrocampo a cinque, è inutile mettere Fofana in regia, visto che ancora pecca di senso tattico e visto che non parrebbe essere il suo ruolo. Per quel poco che abbiamo visto, sembra che il colored somigli più a un Pogba che a un Inler. Il centrale di un centrocampo a cinque deve dettare i tempi e specialmente saper amministrare il possesso palla. Senza quello, una squadra che ha incassato vagonate di gol negli ultimi tre anni, non può sopravvivere (andatevi a vedere il possesso palla nell'amichevole contro il “Boro”, sempre a sfavore). Allora meglio Lodi. Rallenterà il gioco, non sarà una scheggia nemmeno di gamba, ma raramente perde il pallone (meno dei suoi compagni di reparto) e conosce bene i tempi di gioco. Nelle prime amichevoli era lui il titolare inamovibile. Poi si è virato su Fofana e sono iniziati i dolori. Come mai?

Hallfresson regista o mediano è un azzardo ed anche in un centrocampo a quattro. L'islandese è uno che ci mette sempre molto impegno, non tira indietro la gamba, ma se il centrocampo è a quattro, allora serve velocità (ce lo vedete un contropiede subito con il gigante a dover rincorrere?) o squadra corta (a Udine non si vede da anni, se non quando viene schiacciata). E poi non scordiamo la giusta (a mio parere, ma anche a giudicare i risultati ottenuti) politica societaria di lanciare i giovani. Bisogna trovare posto a De Paul e Fofana, se non tutti e due (il francese appare in ritardo sull'argentino) almeno uno dei due. Abbiamo visto che in un centrocampo a quattro Badu e Fofana non possono, al momento, coesistere per il semplice fatto che sono due doppioni, bravi in progressioni, generosi, con buoni inserimenti nell'area avversaria, ma difendere è un'altra cosa. Probabilmente il francese è stato scelto per sostituire il ghanese, ma il ghanese rimane (lo ammetto, me ne compiaccio) e quindi bisogna di nuovo far quadrare il cerchio.

Evangelista è buono in prospettiva, ma non è un interditore. Balic è ancora acerbo e si farà: inutile bruciarlo. Jankto a mio avviso dovrebbe giocare titolare, ma non lontano dalla porta, basta guardare i suoi numeri nel campionato cadetto. E' un bel dilemma, quello che deve risolvere Iachini. E dire che nelle prime amichevoli, con il polacco a sinistra e Lodi regista, l'Udinese pareva più quadrata e la fase difensiva ne aveva giovato. C'è stato il solito, strano, inspiegabile, cambio tattico e sono subentrati un “eterno” Armero e un Fofana fuori ruolo.

Inutile girarci intorno. In un centrocampo a cinque pare che Lodi dia più garanzie, quelle garanzie da magnifico sei che possano dare continuità all'Udinese. Il napoletano non è un top player, ma noi il campioncino, forse, lo abbiamo comprato quest'anno, al secolo Rodrigo De Paul. In un centrocampo a quattro invece la scelta è più difficile, a meno che non si voglia fare una “guidolinata”. Nella sua prima esperienza il tecnico di Castelfranco mise Zanchi davanti alla difesa, poiché il difensore non difettava di piedi discreti. In rosa abbiamo Angella che, se non sbaglio, ha fatto tutto il settore giovanile dell'Empoli (o quasi) da mediano. Un mediano all'inglese, bravo a chiudere e a tenere la posizione. Un mediano non deve essere veloce, ma deve rallentare i contropiedi avversari e riempire gli spazi in fase difensiva. E il difensore italiano è veramente bravo su quei calci piazzati che tanto piacciono al mister Iachini. Chissà se ci fosse Guidolin, cosa ne penserebbe.

Di sicuro, Iachini non ha solo la soluzione del centrocampo a cinque. Ne ha anche un'altra. Avanzare De Paul lasciandolo più libero da compiti tattici e liberare una casella di centrocampo per un altro giovane. Sacrificando un Matos, si potrebbe cercare di quadrare il cerchio con un 3511 che a Udine ha portato spesso buoni risultati. Se dovessi dare un consiglio, punterei sui pochi italiani in rosa, forse non eccezionali, ma che possono diventare quel magnifico sei di cui abbiamo bisogno, per lasciare liberi De Paul e Zapata di farci divertire là davanti.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 17 agosto 2016 alle 12:30
Autore: Giacomo Treppo
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