L'Udinese vince meritatamente contro la Sampdoria annullando il duo d'attacco Eder Muriel, supportato da Soriano. Zero gol per i blucerchiati, ma non è questo il numero importante. I numeri veri dicono che è stata la vittoria dell'allenatore Colantuono.

Da quando la società, con colpevole ritardo, ha portato al tecnico romano un duo d'esperienza come Felipe e Lodi, l'Udinese ha totalizzato 12 punti in 8 partite: una media punti da 57 in un intero campionato, piena zona Europa. E il calendario di queste otto partite non era facile: l'anno scorso contro le ultime della classifica si perdeva costantemente. Quest'anno un pareggio a Verona (condizionato da errori arbitrali) e una vittoria a Bologna. Sì, a Bologna è iniziato un altro campionato: la presa di coscienza di voler puntare sul 352, l'esordio di Lodi, l'infortunio di Zapata.

Come può essere in bilico un allenatore che totalizza 12 punti in 8 partite? Eppure per tutta la settimana abbiamo sentito solo parlare di giocatori futuri partenti. Solo oggi, finalmente, il Direttore Sportivo Giaretta dichiarava la fiducia all'allenatore. E' per questo che ritengo la vittoria contro la Sampdoria una vittoria dell'allenatore. O all'Udinese vige un po' di frivolezza, oppure chi deve curare i rapporti con stampa e comunicazione difetta nel suo lavoro, creando incertezze che una squadra deve evitare.

Ma veniamo al campo con un altro numero basilare: 7 gol subiti in 8 partite (roba da Champions!). Colantuono ha invertito una tendenza che durava da tre anni, e cioè quella di una difesa ballerina che permetteva a tutti il gol. La retroguardia dell'Udinese è fra le migliori del campionato. Oggi la Sampdoria non è riuscita quasi mai a sfondare. Danilo ricordava il Baresi che fu, e non è l'emozione del momento che mi fa parlare. La partita del brasiliano è stata perfetta, attenta, esperta. E vicino a lui un Felipe rinato. Ci sono allenatori e giocatori che rendono solo in determinati contesti. Questo Felipe è addirittura migliore del giovane apprezzato ai tempi di Spalletti.

E poi non un numero ma un nome e un cognome: Francesco Lodi. Il centrocampo dell'Udinese ha un metronomo, un capitano, un geometra dal passaggio facile in avanti. Il lancio per Di Natale nel finale è stato la ciliegina sulla torta di un periodo che lo vede protagonista sempre.

Colantuono ha dato all'Udinese quell'anima che le era stata tolta quest'anno da una politica della comunicazione societaria dissennata e un mercato sbagliato nelle seconde scelte. E' sua la vittoria, del suo silenzio, del suo carattere, del suo lavoro. Ora è giusto che lo riconosca chi fin qua non lo ha seguito, dentro e (anche) fuori l'Udinese. Ricordiamolo: l'Udinese da tre anni è passata di mano dal padre al figlio, ma l'allenatore di quest'anno pare sia stato scelto dal Paron. Su consiglio di un certo Pier Paolo Marino...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 22 novembre 2015 alle 17:25
Autore: Giacomo Treppo
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