Alzi la mano chi ricorda un filotto di partite così negli ultimi cinque campionati. Alzi la mano chi ricorda l’Udinese vincere una di quelle sfide che vengono definite della maturità. Questo di Natale è, calcisticamente parlando, un periodo di limbo. Vorresti sognare ma ti hanno spiegato che Babbo Natale non porterà più regali ed allora rimani un po’ così.

Affrontare il Bologna ora non è facile. La squadra felsinea, pur con una certa continuità di sicuro superiore alla nostra, non ha ancora spiccato il volo. Ed è proprio fra le mura amiche che i rossoblu hanno perso molto punti. Sono partiti con una buonissima fase difensiva e un attacco spuntato, ora gli equilibri sono cambiati. Destro è tornato ad essere quello ammirato a Siena e nei primi mesi della Roma, Verdi è giocatore dotato di velocità e piedi buoni come pochi e hanno in Poli e Palacio un duo di qualità, quantità e leadership. Per fortuna (parlo da tifoso e non da sportivo) Poli salterà la partita dopo il rosso rimediato a Verona sponda Chievo venerdì scorso.

Ed affrontare il Bologna ora non è facile perché dopo squadre senza attacco, o con attaccanti in crisi d’ossigeno, ora ci tocca un avversario che sa andare in gol con facilità, anche nei momenti di calo fisico o di gioco mediocre. Colantuono diceva, anni fa, che una squadra non può essere al massimo per tutti i novanta minuti ed aveva ragione: bisogna saper gestire anche i momenti difficili. Il Bologna è bravissimo in quello. Guai a concedergli un contropiede. Passare in svantaggio sarebbe deleterio, perché si andrebbe gioco forza a concedere spazi per ripartire.

Eppure… eppure proprio il Bologna, il test più difficile psicologicamente parlando, può essere la squadra migliore da affrontare. E’ basilare tenere Verdi sulle fasce e non lasciarlo accentrarsi. Jankto sarà determinante, non credo che Donadoni sposterà il top player sulla nostra destra, essendo quella la nostra fascia forte (in ambito difensivo). L’Udinese di Oddo, checché se ne dica, gioca con una difesa a cinque nella quale i due terzini sono coperti dai centrali quando avanzano. Molto spesso siamo un 532 anche in fase di attacco. Dopo Sacchi e Capello (fatte le opportune e sacrosante proporzioni e differenze) mi tocca scomodare anche Scala, il Parma e Benarrivo o Mussi. Pare che il nostro gioco possa essere quello che maggiormente li mette in difficoltà, visto che sanno giostrare poco palla a centrocampo e prediligono gli spazi aperti.

Il centrocampo del Bologna, orfano di Poli, vale molto meno. E’ l’ex milanista e interista che detta i tempi, che fa da leader, che sa difendere, impostare all’occorrenza e poi inserirsi. Nagy e Donsah, che spesso lo sostituisce, è bravissimo negli inserimenti (qualcuno lo dica a Behrami), ma non è certo un campione nel difendere. Ergo, Jankto e Barak avranno spazi e libertà nel ripartire. I centrali del Bologna sono bravi ma lenti, e facili al fallo se vengono dribblati. Forse, questa è la partita per De Paul più che per Maxi Lopez; magari con la richiesta di andare a pressare Masina quando inizia l’azione sulla fascia.

Ma questa è soltanto tattica. Importantissima e basilare tattica,  ma è nulla se non si entra in campo ben allenati, con voglia di correre e con una buona dose di agonismo e convinzione. Sacchi diceva che la partita perfetta finisce 0.0… sì, per noi sarebbe perfetto anche uno 0.0, purché si entri in campo per vincere, con quella sola ed unica idea nella testa.

Quando giocheranno al Dall’Ara io sarò in treno. Dovrò registrare la partita per obblighi di parentato, piccola gioia personale e vergogna intima del tifoso. Inizio già a sentire la tensione pre-partita, non mi succedeva da tempo e mi hanno sempre deluso, hanno deluso tutti noi. Oddo riuscirà a cambiare testa a questa squadra?

Sezione: Editoriale / Data: Mer 27 dicembre 2017 alle 15:00
Autore: Giacomo Treppo
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