Cosa volete che dica? Ieri sera ho visto un incontro di boxe di quelli che racconti ai nipotini, il mio week end sportivo è iniziato e finito lì. Due pugili, uno inglese di Watford e l'altro ucraino che se le sono suonate a difesa bassa come fossero Rocky e Apollo Creed. Incontro d'altri tempi contro l'esasperante tatticismo delle sfide dei pesi massimi degli ultimi anni.

L'Udinese invece è poca roba, segno che la rivoluzione deve essere ultimata e che il tentativo di Delneri di continuare con la gerarchia dell'andata è errato. La schizofrenia che accompagna anche la sua squadra, dopo quelle di Stramaccioni, Colantuono, De Canio e Iachini, testimonia che per cambiare mentalità a 360 gradi bisogna tagliare la testa di comando di quelli che entrano in campo.

Oggi abbiamo giocato sempre, e dico sempre, in inferiorità numerica anche se in campo erano presenti (…) lo stesso numero di giocatori del Bologna. Il primo gol è scabroso: fascia sinistra presidiata dalla mezzala destra e fascia destra dall'ala e non dal terzino. Secondo gol preso a venti secondi dalla fine del primo tempo. Terzo gol con Danilo che va a farfalle e Felipe che scala male, Angella non sa cosa fare e nel dubbio lascia Destro libero. Quarto gol che sembra la diretta conseguenza di una formazione sbagliata, di cambi sbagliati, di un modo vergognoso di rapportarsi ai propri dovere contrattuali. Ho preso il computer e ho iniziato a scrivere, dicendomi che è inutile arrabbiarsi, bisogna cambiare determinati giocatori a fine stagione.

Chi ha sbagliato di più è, strano ma vero, l'allenatore. Dopo aver vinto la partita contro il Cagliari grazie a cambio disposizione in campo e cambi azzeccati, Delneri è riuscito nella difficilissima sfida di togliere dal campo il migliore del primo tempo (De Paul) e lasciare in campo, nell'ordine sparso, Danilo, Zapata e Thereau, autori di una prestazione che definire incolore è poco. Con tutto il rispetto, ma come si fa a togliere l'argentino sull'ala destra e pensare di raddrizzare la partita con Matos? Il brasiliano ce la mette tutta, lo stimo davvero, ma è un giocatore da metà serie B che faceva tribuna nel Carpi retrocesso, ci sarà un perché no?

Già una volta lo avevo detto: ok le gerarchie e lo spogliatoio, ma siamo salvi, abbiamo superato i punti dell'anno scorso con cinque giornate di anticipo, perché non iniziare a lavorare sul prossimo anno? Se, e solo se, Delneri pensa che il centrale della stagione ventura sarà Angella, allora è giusto provare Felipe a sinistra nonostante non abbia più il passo per fare il terzino. Altrimenti Felipe va centrale ed Angella che è più veloce deve presidiare la fascia. Fra Jankto e Felipe c'era un buco, spesso, di almeno 20/25 metri. Che senso ha continuare con Thereau che è ovviamente fuori forma, sia fisica che (continuo con la diplomazia) motivazionale?

Del resto che dire, Danilo ha fatto capire che si può fare anche senza di lui. Peccato perché dall'arrivo di Delneri era stato molto costante, non eccellente come dovrebbe un capitano, ma costante sì. Zapata poi non vale 15 milioni, il Napoli se ne faccia una ragione; in serie B ci sono fior fiore di giocatori che hanno qualità tecniche superiori. Finché avevamo allenatori “stonati” rispetto alla natura del calcio che fa parte della storia dell'Udinese, ok, potevamo aspettare che qualcuno trovasse la sua giusta dimensione. Ma ora no. Chi sbaglia certe partite, come contro il Sassuolo davanti a Zico, come contro l'Empoli, deve partire per altri lidi. Perdono Jankto che è giovane e che comunque ce la mette sempre tutta. I “senatori” (o quelli che dovrebbero esser tali) invece no.

Il Marchese del Grillo diceva che il mondo è fatto a scale, il calcio uguale. O si scende o si sale. L'Udinese è una squadra da Europa o poco meno che costantemente delude per colpa di giocatori esperti che alla squadra non danno nulla. Bisogna imparare dai propri errori. Le rivoluzioni non devono fare rumore, non serve, ma bisogna smettere di guardare in faccia certi giocatori e abbassare lo sguardo. La regola è molto semplice: chi MOTIVAZIONALMENTE non è al livello del passato recente dell'Udinese, delle squadre di Zaccheroni, di Spalletti, di Guidolin e Marino, se ne può andare tranquillamente. E si inizia di nuovo, con altri. Funzionano? Bene! Non funzionano? Ancora una volta selezione naturale. Perché la schizofrenia nelle prestazioni dell'Udinese non dipende dai cali fisiologici dei più giovani, ma dall'alternanza degli esperti e da giocatori subentrati inadatti alla serie A.

Parola di giornalaio.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 30 aprile 2017 alle 17:18
Autore: Giacomo Treppo
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