Il problema dell'Udinese non era la panchina, e non è nemmeno la rosa. Negli ultimi anni abbiamo avuto sempre allenatore discreti o buoni. Quest'anno poi la società ha fatto un buon mercato; ogni ruolo è ricoperto e le qualità davanti non mancano. Quello che manca all'Udinese si è palesato oggi in una vittoria che poteva anche essere più netta: l'umiltà. E non la modestia, non mi aspetto che i giocatori parlino di loro stessi come di una squadra che deve salvarsi. Faceva bene Jankto, nel ritiro estivo, a dire che l'obiettivo dovevano essere i 50 punti e deve essere quello, non altri. L'umiltà che manca all'Udinese è quella caratteristica di comunanza, di sacrificarsi per il gruppo, per il risultato finale positivo, che non vedo da anni (dal penultimo di Guidolin...).

Se contro il Crotone Nicola aveva preparato la partita meglio di Oddo, oggi il nostro dimostra di capire di tattica, e molto. Anche senza un incontrista di ruolo, mette i bianconeri in campo ottimamente. Non è tanto il 352 che fa la tattica, ma il senso delle posizioni, del rispetto delle distanze. De Zerbi ci porge entrambe le guance lasciando in panchina Coda e specialmente Ciciretti: il Benevento sarà pericoloso solo con l'entrata in campo del biondo romano. D'altra parte Oddo non si sbilancia, mira a coprire bene la linea di difesa con cinque centrocampisti e dà continuità al duo Maxi Lopez Lasagna. Quest'ultimo è il migliore dei nostri.

Oggi, nonostante la vittoria netta, ho notato prestazioni positive dell'attaccante ex Carpi, di Fofana, di Ali Adnan (ormai una sicurezza) e di Widmer, quest'ultimo ormai sulla via del recupero, che ha sbrogliato varie situazioni negative in difesa. Lascia stare che il primo gol sia figlio di un caso fortunato (ma non fortuito), l'Udinese ha dimostrato in lungo e in largo di essere superiore al Benevento così come al Crotone. Almeno nella prima frazione di gara: lenta, attenta, forse anche brutta, ma molto pragmatica.

L'Udinese di Oddo ricordava, permettetemi, quella di Iachini: chiudeva tutti gli spazi e si esaltava sulle azioni dei migliori. Perché se l'Udinese gioca di squadra, e da squadra, allora l'obiettivo finale è anche sopra i cinquanta punti palesati da Jankto. Purtroppo, e lo vado ripetendo dall'inizio del campionato, pare che molti giocatori mirino solo e soltanto a mettersi in mostra. Così nella ripresa, se l'entrata in campo di De Paul ha certamente vivacizzato la fase offensiva, è iniziata una sfida interna fra lui, Jankto e Balic a chi era più individualista. C'era una ricerca del colpo ad effetto che non portava a nulla, solamente ad errori su errori. Plateale e colpevole quello di Balic che, come già fatto con Delneri, buttava via il migliore e il più classico dei contropiedi per puro egoismo.

Il mio è un editoriale circolare... sono partito scrivendo che il problema non era in panchina perché gli errori si ripetono anno dopo anno, allenatore dopo allenatore. Per il momento, mi godo il momento sì dell'Udinese, la buona disposizione tattica di Oddo, la sua mentalità di giocare palla a terra e non buttarla via, come mi godevo l'energia e la voglia di sgarfare di una certa Udinese di Delneri, il pragmatismo dell'andata di Colantuono, aggressività di certe partite di De Canio, la fase difensiva di Iachini (che or ora sta vincendo contro il Crotone orfano di Nicola) e perfino quella bellissima Udinese Juventus 0.0 di Stramaccioni.

Il problema non siede in panchina, il problema è nell'educazione professionale che viene data ai calciatori. E' per questo che nell'ultimo periodo mi sovviene il dubbio che l'Udinese sia diventata solo (solo!) una vetrina. Anni fa i giocatori volevano mettersi in mostra vincendo come squadra, ora con giocate singole. Un allenatore da solo riuscirà a fare anche da manager? Non lo so, non penso. Come già scritto sopra, mi godo il momento felice dell'Udinese, gli zero gol subiti in due scontri che pensavamo fossero diretti ed invece abbiamo capito non lo erano. Perché questa rosa deve stare dalla parte sinistra della classifica, se sta a destra è colpa della "squadra"...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 10 dicembre 2017 alle 19:17
Autore: Giacomo Treppo
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