Il calcio è un mondo dove la mediocrità regna sovrana e dove la teoria della relatività del tempo di Einstein trova conferma. A volte tre settimane nel calcio valgono anni di un’azienda e questo porta a prendere decisioni di pancia. Per poter gestire il tempo e gli avvenimenti, però, serve sangue freddo e lungimiranza. Tutte cose che l’Udinese aveva dimostrato in fase di mercato e pare aver perso in questa settimana. Ora direte: e parli tu che dopo la partita hai sparato ad altezza d’uomo contro tutti? Sì, l’emotività è un difetto che un giornalaio può permettersi. Ma è una debolezza che chi sta in società non deve avere, mai! Vedi la fine del Palermo di Zamparini.

In serie A c’è una squadra che è 6° per tiri verso la porta avversaria, 9° per tiri nello specchio, 10° per gol fatti ed addirittura 2° per cross verso l’area, 4° per km corsi e 6° per corner all’attivo. Questa squadra che dovrebbe lottare per l’Europa League ha tirato in porta 28 volte in 5 partite (quasi 6 volte a partita) e ha subito lo stesso numero di tiri, si direbbe molto equilibrata. E’ una squadra che gioca corta (27 metri di lunghezza media in campo) e il cui baricentro è alto, a 53 metri circa. Questa squadra non è il Torino, non la Lazio e nemmeno l’Atalanta di Gasperini. Questa squadra con score statistici che ricordano i tempi di Zaccheroni, Spalletti, Marino e Guidolin è l’Udinese di Delneri. Con buona pace di chi pensa che Delneri non abbia dato un gioco alla squadra, non sia un allenatore d’attacco o che i problemi sono là davanti. Andate a vedere gli scorsi anni, le statistiche, cosa dicevano…

Ancora qualche numero. Nella classifica degli assist ai compagni De Paul è fra i migliori di serie A, invece non figura Thereau, strano... Nei palloni recuperati c’è solo Nuitynck al 38esimo posto. Danilo, il capitano importantissimo, è 138esimo, Angella che ha giocato molto meno del capitano è 140esimo. E’ un paradosso: chi dovrebbe essere migliore è in realtà peggiore. Ho chiesto scusa tempo fa per non aver dato a Felipe il giusto merito tattico che aveva. La moglie del giocatore ci ha ringraziati e ancora mi sento in imbarazzo. Abbiamo tenuto Thereau e Danilo che non fanno la differenza e abbiamo relegato in panchina giocatori importanti, dalla professionalità esemplare.

Delneri ha tolto un Danilo impresentabile in serie A e ha inserito Angella, e penso che aver dato la fascia di capitano all’italiano sia stato un gesto diretto a tutto l’ambiente. Un gesto che ha cambiato la partita. Perché la abbiamo persa per nostri errori, di Danilo, di Scuffet e di Hallfredsson; ma non la abbiamo pareggiata per pura sfortuna, dopo un secondo tempo con una squadra in campo di giovani e lottatori in campo.

Ora gira voce che la società voglia esonerare Delneri. Certo, Delneri ha fatto errori, evidenti in quel di Ferrara, ma è l’unico allenatore dai tempi di Guidolin che ha dato un gioco e una fisionomia alla squadra. Dei 10 gol subiti, 8 sono colpa di errori di posizionamento dei singoli, sempre in posizione centrale dove il capitano Danilo dovrebbe fare la differenza (a scanso di equivoci, dovrebbe farla in positivo e per noi). Ne sono seguiti errori di Scuffet, certo, ma anche grandi parate nelle seconde frazioni che hanno impedito agli avversari di dilagare. Manca il manico in difesa. Punto! E la società cosa fa? Dà la colpa a Delneri? Si sono impazziti?

Un allenatore va seguito perché il calcio, nella sua grande velocità e mediocrità organizzativa, è pur sempre una parte della vita. E’ un principio psicologico conosciuto dai tempi della mitologia greca: è tanto facile guardare ai difetti degli altri quando è difficile capire quando si sbaglia. La società deve servire a quello, a far capire a un allenatore quando sbaglia in maniera evidente. Gli altri errori si risolvono con il tempo, con il lavoro. E di errori evidenti, ce ne sono stati solo a Ferrara. Un altro è il perseverare su un Danilo che non pare in sintonia con il resto della squadra a scapito di un Angella che già nel precampionato giocava molto meglio. Non smetterò mai di citare che Zaccheroni preferiva Clementi ad Amoroso, una bestemmia calcistica. Fu la società a consigliare. Quindi, la società cosa consiglia? Danilo titolare? O si macchia di un assordante silenzio? Quando Gino Pozzo ha dichiarato alla stampa che non interviene nell’ambito tecnico, mentre i più pensavano fosse una mezza verità, io pensavo fosse un abominio. E il Direttore Sportivo e la dirigenza a cosa serve? Non è sbagliato consigliare un allenatore, è sbagliato consigliarlo male!

Cito le ultime due statistiche: siamo quintultimi per gol presi e siamo parimenti quintultimi per possesso palla. Visto che Hallfredsson non recupera i palloni che arpionava l’anno scorso, è basilare Behrami, è altrettanto importante inserire Balic che sa tenere palla e dare respiro alla squadra. Ma la cosa più importante è mettere in campo chi onora la maglia, come Angella capitano, e smetterla di dare la colpa a un allenatore per fare quello che in gergo tecnico si definisce “pararsi il culo”. Che nessuno si aspetti l’avvallo di questo giornalaio se viene commesso l’ennesimo errore di gestione della società. Senza se e senza ma.  

Sezione: Editoriale / Data: Ven 22 settembre 2017 alle 11:30
Autore: Giacomo Treppo
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