La serie A pareva chiusa. Forse, e dico forse, non lo è. La lotta salvezza si è riaperta con un Crotone che è passato al 442 e pare avere una maggiore stabilità, sia difensiva che offensiva. Mi viene in mente che Piazzolla (se non ricordo male) tempo fa ricordò come aveva convinto un Zaccheroni altrimenti restio a far giocare Amoroso. Disse che la società doveva collaborare e consigliare l’allenatore. Chissà se a Crotone avessero consigliato Nicola di puntare su un meno dispendioso 442 già nel girone di andata… i calabresi perdevano punti a tutto andare nei minuti finali.

Ma veniamo all’Udinese, salva è salva, in Europa non ci andrà. E così il buon Delneri ha iniziato a costruire per l’anno venturo. Penso che parte dei cambi o delle formazioni titolari che vedremo nel prossimo futuro dipenderanno anche da scelte e necessità societarie. Non ci vedo nulla di scandaloso, visto che dobbiamo costruire e mettere alla prova per il prossimo anno. Tanto più che l’Udinese vuole anche piazzare qualche esubero ed è ora che può metterlo in mostra.

Sta di fatto che il crollo delle ultime due, del Genoa e dell’Empoli, nonché una classifica che si divide sostanzialmente in tre, permettono di fare punti più facilmente. E così, i bianconeri di Delneri hanno addirittura pareggiato i punti dell’andata: 15 in 12 partite, sia in autunno che in questa primavera. Fa strano poi che un girone di ritorno partito malissimo denoti uno score di gol migliore: 16 gol fatti in entrambi i gironi, ma ne abbiamo subiti di meno, 15 contro 19, nei mesi recenti. Undicesimi abbiamo concluso il girone di andata e undicesimi siamo nel girone di ritorno.

Ed anche se consideriamo la classifica divisa in tre, le prime sei, le ultime sei e le sette di mezzo, e consideriamo la classifica del solo girone di ritorno, ecco che abbiamo fatto 1 punto in 3 partite contro le big, 5 punti in 5 partite contro le nostre pari e ben 9 punti in 4 partite contro le ultime (mancano all’appello i tre che si potevano tranquillamente fare a Empoli).

Quindi devo autocriticarmi, perché spesso sono troppo duro. Sì, è vero, il campionato è finito a gennaio. Sì, è vero, stiamo provando giovani (ma specialmente le seconde linee) per il prossimo anno. Sì, è vero, penso che certi giocatori stiano giocando titolari o subentrino per poterli piazzare più agilmente sul prossimo mercato. Ma in tutto questo, anche se con un campionato più facile, il buon Gigi Delneri ce la sta mettendo tutta e sta ottenendo i giusti risultati. No, non perdonerò mai le prestazioni contro Empoli e Sassuolo, davanti a Zico. La ricerca della vittoria deve essere una mentalità e non una funzione di un obiettivo, ma questa Udinese pare sgarfare di nuovo. E non era scontato. Ieri pur con un Monsieur T. in affanno fisico e con un Evangelista che, non me ne voglia, ha piedi da A ma corsa e fisico da B, l’Udinese ha fatto vedere i sorci verdi al Genoa. Sono passati i tempi in cui piangevamo per gli errori societari nostri, che causavano sconfitte vergognose. Ora i problemi sono degli altri… del resto il calcio è così: mors tua vita mea.

Un ultimo appunto: l’anno scorso, nelle 12 partite di ritorno, totalizzammo 10 punti con 11 gol fatti e 19 subiti. Cinque punti in meno di quest’anno, paiono una distanza abissale, invece sono pochi. Guai ad abbassare la guardia.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 10 aprile 2017 alle 19:20
Autore: Giacomo Treppo
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