Abbiamo giocato alla pari con la Juve. Abbiamo giocato alla pari con la Roma e l'Inter, abbiamo battuto il Milan, ma perdiamo contro Empoli e Sassuolo. Lo dicevo e lo ripeto: la squadra c'è. Il lavoro sul mercato è stato buonissimo. Manca un terzino sinistro che possa sostituire Samir, visto che Ali Adnan non ha le basi per il calcio italiano, ma la squadra c'è, eccome.

Abbiamo un centrocampo con piedi buoni e veloci: Jankto, Fofana e De Paul. Possiamo permetterci di tenere Kums in panchina. Zapata, se vuole, quando vuole, è un buonissimo attaccante. Il problema è che, a salvezza raggiunta, qualcuno si è colpevolmente fermato. L'Udinese di Delneri (lo ripeto, di Delneri!) è una squadra fra le più belle del campionato in corso, peccato che manca la testa e la serietà. Non della società, non del DS o di chi gira intorno alla squadra, ma di chi scende in campo.

Al gol di Zapata il tifoso che era in me gridava come un matto, penso di aver fatto tremare tutti i vetri del condominio dove abito, il mio urlo ha zittito i vari amici juventini arrivati per quella che ormai è una tradizione, partita e spuntini. Invece, la parte razionale che durante le partite si nasconde in fondo in fondo, quella mi diceva che sì, ora corrono, ma solo perché sognano un contratto migliore, fregandosene della maglia che indossano, della città, della gente che li segue. Quella parte imprecava ricordando Sassuolo, Empoli etc etc...

Fuori Thereau e dentro un volenteroso Perica che ha corso per tutta la partita, De Paul sacrificato a fare l'ala, i difensori che hanno fatto una partita magistrale. Ok, abbiamo preso un gol da polli, ma quando hai davanti dei campioni è facile sbagliare. Oggi non ho visto un insufficiente in campo, non uno!

Il pareggio ci va stretto, è una verità sacrosanta. Se solo Zapata avesse tirato o passato prima a Jankto, invece di mettere il pallone sui piedi di Bonucci, ora parlerei di una vittoria e sarei doppiamente arrabbiato. Sì, arrabbiato perché buttiamo via punti per lassismo, per quella strafottente insofferenza del giocare contro l'Empoli o il Sassuolo. In questa squadra sono pochi quelli che si sudano la maglia (non nel senso del sudore, ma dei valori da rispettare). Uno è Widmer, forse l'unico vero uomo mercato di quest'anno, che sta dimostrando in questa stagione una maturità da top club. Il vero campione è quello che vuole vincere sempre, che davanti ci sia il Barcellona o il Crotone. Un'altro è Felipe, Samir, Hallfredsson e De Paul. Tutti giocatori che, al di là del singolo rendimento nelle partite, si fanno il mazzo (termine tecnico calcistico). Purtroppo in attacco abbiamo due giocatori troppo discontinui (concedetemi la diplomazia): Thereau e Zapata.

La partita di oggi rende evidente quello che sostengo da tempo. Le colpe, quest'anno, non vanno ricercate nella società, non nell'allenatore. Le colpe delle sconfitte sono solo e unicamente (vorrei scriverlo in maiuscolo, sia solo che unicamente) di chi scende in campo. E' così difficile rispettare una fede e una maglia nel calcio moderno? E' questo che deve chiedersi chi amministra, o chi amministrerà, la società. Servono giocatori che mettano testa e cuore, uomini prima che atleti.

E' per questo che oggi sono felice, ho visto una bella partita, ma non riesco a gioire di quella gloria che ci accomuna ai giocatori quando si ottengono risultati importanti. Non c'è gloria se non c'è comunione di valori. A me non interessa il contratto del prossimo anno, a me interessa la maglia. Sarò esagerato? Sì, come la mia fede per i colori bianconeri. Dopotutto, se Widmer, uomo mercato per eccellenza, corre sempre al massimo, perché altri devono sentirsi già in vacanza?

Ultime due osservazioni: avevo chiesto, domenica scorsa, come mai non inserire Angella e far salire Widmer, invece di puntare su un inadeguato Ali Adnan. Pare che sia stato accontentato (ovviamente non credo lo abbiano fatto perché lo ho scritto, ma perché è semplicemente la mossa più logica). Oggi la partita è stata gestita benissimo dalla panchina.

Secondo, sento voci abbastanza fondate per le quali pare che i Pozzo venderanno l'Udinese al colosso multinazionale della Redbull. Quello che potevano essere i difetti di esagerata commercializzazione dei giocatori cresceranno esponenzialmente. Meglio uno stadio con un doppio nome, che una maglia che cambia di colori... Dite quello che volete, la libertà è un bene prezioso. Io preferirei restasse alla guida la famiglia Pozzo. Tanto più quest'anno, quando pare che il figlio Gino abbia imparato dai propri errori. Pensateci...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 05 marzo 2017 alle 19:09
Autore: Giacomo Treppo
vedi letture
Print