Se all’inizio di questo campionato mi avessero detto che l’Udinese sarebbe stata salva già alla seconda giornata di ritorno, non ci avrei creduto. Mi sarei affrettato a metterci la firma. Invece il traguardo minimo è stato raggiunto per via di un campionato balordo, dove le squadre che sono promosse in serie A si sono tutte o quasi indebolite, dove il Palermo di Zamparini (che si dice sui giornali debba cento milioni di euro all’Erario di arretrati) ha deciso di fare harakiri, dove l’Empoli ha fatto un mercato all’insegna delle vendite dissanguando la rosa.

C’è un paradosso che spiega senza possibilità di errore la situazione di degrado di questa serie A. L’Udinese si è salvata perdendo. I tre punti regalati all’Empoli con una prova incolore, peggiore di quella di Cagliari, hanno infranto i sogni di gloria di Palermo, Crotone e Pescara. Ai toscani basta qualche pareggio e vincere almeno uno degli scontri diretti per rimanere nella massima serie e rimandare al prossimo torneo gli evidenti problemi di formazione.

E l’Udinese? I bianconeri hanno smesso, come ormai tradizione negli ultimi anni. Passata la rabbia per la vergognosa partita di domenica, sopravviene il pragmatismo. Direte che sono cinico, non penso… Udinese, Torino, Genoa e altre squadra hanno smesso di giocare. Puntano a vincere le partite di grido, contro le grandi, per un semplice motivo. Il campionato italiano è diviso a metà fra chi paga lauti stipendi e chi no. Le motivazioni sono date dagli ipotetici contratti futuri e non più dal blasone o dall'onore. Se provate a confrontare la classifica dell’andata con quella del ritorno, i 7 punti che aveva conquistato Iachini ora lo porterebbero a metà classifica. Allora eravamo sull’orlo del baratro.

In mezzo a tutto questo muoiono i sogni dei tifosi: non di andare in Europa, ma di vedere rispettati i colori sociali, onorata la maglia, concesso lo spettacolo per il quale i calciatori ricevono lauti stipendi. Imprenditorialmente parlando, è meglio conservare le gambe, mettersi in mostra nelle partite con più visibilità. E l’Udinese ha ottenuto 4 punti pari al Palermo, al Crotone, uno in più del Pescara, 2 in più del Genoa. Pare che la mentalità imprenditoriale dei tesserati surclassi di un bel po’ quella sportiva, indifferente al fatto che sono i tifosi con Sky, Premium e i biglietti dello stadio i principali motori di questo mondo.

Cosa dovrebbe fare Delneri? Cosa può fare Delneri? Nulla, come nulla poteva fare Guidolin, Colantuono che ora sta vincendo e convincendo a Bari e Iachini al quale non è stata concessa la pazienza riservata a Gigi. Ma diciamoci la verità, se in campo vari giocatori tirano indietro la gamba che colpa ne ha la società, l’allenatore o chi per loro? Non sono bambini, ma uomini formati. Se non corrono lo fanno per una precisa volontà, per un tornaconto personale. Quello che manca all’Udinese non sono i piedi, non sono le giocate. Il mercato di quest’anno è stato buono (Fofana, De Paul, Jankto, Kums, Samir…) e proprio dove avevamo bisogno, nella gentilezza dei piedi. I festeggiati sono loro quando vincono e i colpevoli sono loro quando perdono in maniera disonorevole come contro il Sassuolo. 

Ovvio, fossi nella società dividerei la rosa in due in base all’età. Fra quelli con più esperienza, metterei da parte chi non fa parte dei progetti futuri e inserirei al suo posto i giovani da mettere alla prova per il prossimo anno. Mancano ancora 13 amichevoli per farsi confermare, inutile sprecarle con giocatori che il prossimo anno non ci saranno. La società è abituata a mettere alla porta i giocatori, lo ha fatto con bandiere quali Pinzi e Poggi, può benissimo farlo con calciatori che ai nostri colori hanno dato molto meno. Ma il coraggio e la voglia di gestire uno spogliatoio difficile costa fatica, e non so se chi deve farla questa fatica non preferisca invece gestire lo status quo attuale e tirare a campare. Tanto il campionato è già finito, il 22 gennaio pochi minuti prima delle 17… quando Michelidze ha incornato nella porta dell’Udinese.

 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 21 febbraio 2017 alle 20:29
Autore: Giacomo Treppo
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