Beppe Iachini paga le colpe di tutti. Esonerato dopo la sconfitta al Friuli contro la Lazio, il tecnico diventa il capro espiatorio di tutti i mali di questa Udinese. 7 punti in 7 giornate sono poca roba, troppo poca per i tifosi e per la società, ma non tutti i motivi di questo continua delusione si possono ascrivere a lui. 

C'è un proverbio latino molto antico ma sempre molto attuale: "Piscis primum a capite foetet", il pesce puzza sempre dalla testa. Quella testa che da anni a questa parte non pensa più ad un progetto sportivo serio per questa società, quella testa che si fa distrarre sempre da altri luoghi, quella testa che ragiona più interesse che altro. E se cambiare quella testa è impossibile ecco allora che la soluzione più facile è quella di sbattere al patibolo il disgraziato tecnico. Certo, di colpe ne ha anche lui, scellerate, e fatali, infatti sono state le sue scelte nelle ultime partite, ma in tanti avrebbero preferito cacciare ben altre persone all'interno del palazzo del potere.

Da esonerare però forse ancor prima di tutti sarebbero tanti giocatori, colpevoli di non metterci nulla sul quel rettangolo verde. Perché se i giocatori in campo sono svogliati e non corrono non può essere sempre perché l'allenatore è un incapace ma perché loro non solo una banda di mercenari senza anima e non all'altezza di vestire la maglia bianconera. Stramaccioni, Colantuono, De Canio e ora anche Iachini. Nessun è riuscito a cavarne qualcosa da certe mele marce che anche dopo l'arrivo di un nuovo allenatore, Gigi Delneri, continueranno a marcire nello spogliatoio.

Se si vuole veramente dare una svolta a questa squadra serve un cambio epocale, alla guida della società e nella squadra ancor prima che sulla panchina. La salvezza passerà solo da una rivoluzione completa. Altrimenti saremo qui, tra un paio di mesi, di nuovo a condannare alla ghigliottina un altro allenatore credendo che i risultati scarsi siano solamente colpa sua.

 

 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 03 ottobre 2016 alle 09:10
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
vedi letture
Print