Sull'episodio del gol annullato a Barak dal Var e da Abisso in Torino-Udinese s'è detto di tutto. C'è chi ha visto un fallo, chi ha visto un fuorigioco, chi invece non c'ha capito proprio nulla, chi ha visto un errore, chi invece ha detto che è stato giusto così. Dopo 24 ore di riserva e di meditazione, nelle quali ho rivisto più e più volte le immagini, io personalmente ancora non mi capacito del perché ci sia stato tolto un gol regolare, ripeto, regolare. E soprattutto non mi è ancora passato il bruciore di stomaco e per questo motivo mi voglio sfogare.

Parto dai fatti. Al momento del cross di Widmer Maxi Lopez è in fuorigioco. Traversa di Lasagna, batti e ribatti in area di rigore poi alla fine arriva Barak che mette il pallone in rete. Vedendo la linea Maxi sarebbe davanti a Burdisso. Abisso all'inizio convalida, poi ecco l'intervento del Var che fa scattare il delirio arbitrale, robe da Sant'Osvaldo non da campi di Serie A. Sì perché ci vorrebbe uno psichiatra, tra l'altro uno di quelli bravi, per capire che gli è passato in testa. Ma andiamo avanti con i fatti. Abisso viene richiamato a rivedere le immagini e annulla per fuorigioco. Perché? Dice che c'è interferenza della Gallina sul difensore granata che quindi non può intervenire sul pallone. 

Interpretazione assolutamente sbagliata, da bocciatura completa, anzi da licenziamento. Questo non può essere mai fuorigioco perché l'interferenza non si può concretizzare. Abbiamo calcolato l'altezza del pallone del cross, 3 metri e 70 centimetri. Burdisso su quel pallone lì non ci può mai arrivare, nemmeno saltando, nemmeno se fosse salito in piedi su una scala. Azione quindi non giocabile. 

Vogliamo trovare il cavillo? Vogliamo annullare il gol tanto per fare? Abisso avrebbe potuto fischiare un fallo su Burdisso ma non è stata questa la sua decisione perché basta guardare il suo braccio alzato per capire che la chiamata è per fuorigioco.

Non servono tanti discorsi allora per capire che c'è stata fatta un'ingiustizia, cosa che in pochi della stampa nazionale hanno avuto il coraggio di dire. Complimenti in questo senso alla Gazzetta del patròn Cairo che, onestà intellettuale zero, ha difeso a spada tratta la scelta arbitrale. Già non compro più la rosea da anni, visto che parla solo di quelle tre squadre e poco di sport, ora potete stare sicuri che il mio euro e mezzo non lo avrete mai.

Oltre al danno subito poi, che ha sentenziato la nostra prestazione visto che non siamo stati in grado di reagire a questo pugno in faccia, è arrivata poi anche la beffa, rappresentata dal gol dello svantaggio di N'Koulou, viziato da una spinta di Belotti non vista dal direttore di gara. 

Avremmo magari perso lo stesso, perché i granata hanno più qualità, hanno un attaccante da 100 milioni e noi non siamo riusciti a reagire e tanto meno a creare nulla di che, ma non così. Episodi del genere falsano i risultati, falsano il campionato e ci fanno stufare ancora di più di questo calcio moderno che già di per sé fa schifo.

Dopo i fattacci di calciopoli speravo, ingenuamente, che l'epoca delle lobby massoniche nel calcio fosse finito. Ora devo ricredermi. Se ti chiami Udinese e non Torino, Juventus, Napoli, Roma, Milan, Inter allora non vali nulla, sei e resti periferia, sei e resti un intralcio. Perché devono vincere quelle e sempre quelle, le altre facciano un campionato a parte. 

Scusate se alzo la voce ma mi sento N'Koulouato. Grido e basta perché non voglio partecipare a questa vergogna.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 12 febbraio 2018 alle 18:42
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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