L'Udinese ha finito il ritiro con qualche certezza in più. La società pare aver cambiato rotta, quanto meno a livello organizzativo, e questa è la notizia migliore. Invece di puntare sull'usato (poco) sicuro, ecco che si è tornati ad acquistare giocatori di prospettiva, il ritiro è stato organizzato egregiamente, le amichevoli scelte con funzionalità rispetto alla crescita graduale della squadra.
Iachini e Bonato stanno piano piano riscuotendo sempre più consensi, ma che nessuno si monti la testa. La rosa odierna dell'Udinese non vale più di 50 punti, più probabilmente qualcuno in meno. Ed entrambi i leader del settore tecnico hanno detto bene: questa sarà (o almeno nelle intenzioni dovrebbe essere) la stagione della rinascita. Il che non significa lottare per l'Europa, ma ricostruire le fondamenta di una rosa, uno spogliatoio e un settore tecnico che abbiano un comune sentire, un'identità, che riscoprano quella voglia di lottare e mettersi in mostra che è stata delle migliori Udinese: Zaccheroni, Guidolin, Spalletti, Marino ed ancora Guidolin.
Dall'amichevole di mercoledì scorso deriva la pressante necessità di almeno un centrocampo. Che poi sia un regista o un mediano poco importa. Serve uno con i piedi buoni, veloce di gamba, che sappia fare entrambe le fasi. Si è parlato di Crisetig (più bravo dietro) e di Viviani (più bravo in avanti). Cosa farà l'Udinese?
Se dobbiamo considerare l'abitudine della società, possiamo immaginare un acquisto diverso dai nomi fatti. Chi opera sul mercato, quest'anno, ha agito a fari spenti, senza proclami. Peneranda e De Paul sono buonissimi acquisti, mai annunciati. Una vecchia legge del mercato dice che gli affari importanti si fanno in un quarto d'ora, e non in settimane di trattative. In più, oltre alle possibilità sopra esposte, sappiamo di avere in rosa sia Balic che Fofana che Jankto, giovani, acerbi, con pochissima esperienza nella gambe ma molte potenzialità. Ed il più longevo Lodi, il cui utilizzo nel girone d'andata coincise con buone prestazioni proprio di quel settore di campo tanto in crisi negli ultimi anni. Credo che molto dipenderà dalla volontà o meno di Iachini di giocare con il centrocampo a cinque o con il 3421. In questo caso le caratteristiche del centrocampista in questione possono essere differenti (più velocità nel pressing che lanci e geometrie). Così pare che Gino Pozzo voglia aspettare. L'ipotesi non è affatto da scartare.
Partiamo da un punto già espresso: l'Udinese quest'anno deve ripartire. Non ha bisogno di quella ipocrisia poco umile degli anni scorsi per la quale si professavano i quaranta punti ma ci si attendeva risultati maggiori. Sappiamo che questa rosa (mercoledì c'erano solo due nuovi arrivati nella formazione titolare) ha evidenti limiti caratteriali e tecnici. Certo, è inutile nasconderci dietro un dito: buona parte dei problemi passati vedevano la loro genesi nella struttura tecnica e societaria, ma in campo non abbiamo mai visto quel gioco che ti può permettere di arrivare in Europa. Chiunque segua il campionato di seria A sa che Udinese e Sassuolo avevano un gioco molto diverso, una qualità quasi antitetica a centrocampo.
Se l'Udinese quest'anno affronterà il campionato con il giusto realismo, con la giusta umiltà e aggressività, senza raccontare bugie a se stessa prima che ai tifosi, allora può permettersi benissimo qualche esperimento a centrocampo, almeno fino alla sosta natalizia e il relativo mercato. Tanto più se Lodi o Kone vorranno fare da chioccia a Balic e Fofana ed intervenire all'occorrenza. E' inutile sperare di ottenere risultati importanti prima di porre le basi, rischia di diventare penalizzante acquistare giocatori che potrebbero poi rivelarsi non all'altezza. La necessità di un centrocampista (almeno uno…) è ovvia, ma la soluzione non può essere una seconda scelta sperando vada bene.
Se c'è la possibilità di acquistare un giocatore che faccia la differenza bene, altrimenti si può cercare di far crescere chi c'è ora. Sinceramente, i prezzi sentiti per Viviani e Crisetig non sembrano in linea con le prestazioni offerte finora. Molto, questo sì, dipenderà dalla volontà (reale, sincera) di Badu di rimanere a Udine. Altrimenti sì che la situazione diventerà delicata. Ma di tutto questo può avere il polso solo Bonato, che finora ha parlato bene ed a ragione, che ha agito bene sul fronte uscite. Diamogli fiducia e vediamo cosa saprà combinare il duo che forma con Iachini, consapevoli che il secondo tempo contro il Middlesbrough deve essere un punto di partenza per la prossima annata, e non di arrivo.
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