Abbonarsi non è obbligatorio. Non è obbligatorio dire alla società che fa bene, che tanto non cambia nulla, e rinnovare ogni anno il proprio posto in quello che sta diventando un tempio pieno di mercanti.

Abbonarsi non è obbligatorio perché questa società non lo merita. Senza il Paròn il livello non è più lo stesso. E non sto parlando di carattere o bontà, i giudizi personali non mi competono e non mi sogno nemmeno di darli. Ma il campo parla chiaro.

Abbonarsi non è obbligatorio perché il marketing e il business di società calcistiche sono attività che nulla hanno a che vedere con quella fede in cui noi crediamo. Noi crediamo nell'Udinese, ci va benissimo che una società faccia utili, ma sempre nel rispetto dello sport, della fede e della maglia.

Abbonarsi non è obbligatorio perché non si può vedere Danilo portare la fascia di capitano quando molto spesso è il peggiore in campo nelle partite che contano. Un colpo di tacco, da cui è nato il rigore, subito nel primo tempo. Era al limite dell'area di rigore e si è fatto uccellare da un colpo di tacco. Un gol nato, il secondo, con lui e Samir immobili nello stretto, un retropassaggio che avrebbe meritato il terzo gol subito. Danilo non è un capitano, non è un senatore e non è un giocatore che sa fare la differenza. A Pezzella, Angella e Scuffet non vengono perdonati errori inferiori, a Danilo sì. Come mai?

Abbonarsi non è obbligatorio perché non si può vedere Barak passeggiare per il campo, sbagliare tutti i passaggi o quasi e sbraitare verso Widmer perché voleva la palla sui piedi e non a un metro da lui. Perché Jankto e suoi misunderstanding sulle uscite di mercato sono ormai l'abitudine, perché Ingelsson non è un giocatore da Serie A. Perché non voglio vedere sostituire l'unico che si faceva il mazzo nel secondo tempo lasciando in campo dei giocatori che ci mettono meno grinta che al Torneo Carnico.

Abbonarsi non è obbligatorio perché la colpa viene data a Delneri, a Iachini, a Colantuono e a Guidolin però non puoi scrivere nulla di male contro qualcuno che subito telefonano per lamentarsi. Quando si vince si vince tutti assieme e quando si perde si perde tutti assieme!

Abbonarsi non è obbligatorio perché i soldi veri (quelli dei diritti TV) stanno a Londra, i nostri non contano. L'Udinese degli ultimi anni è l'antisport per come lo intendo io, e cioè lottare fino alla fine cercando di divertirsi ed onorando sempre la maglia e il campionato.

Abbonarsi non è obbligatorio perché non esiste che una rosa senza Lasagna sia da retrocessione diretta e con Lasagna da Europa League. Perché non è normale che ogni volta che si esonera un allenatore viene fuori da qualche parte che mancava dialogo. Una squadra di calcio non è un asilo dell'infanzia. Se i giocatori hanno problemi di dialogo possono andare da uno psicologo o da un linguista.

Ma specialmente, abbonarsi non è obbligatorio perché chi di competenza non è capace di creare una squadra degna dell'onore per una città, per una regione, per una piccola patria.

Abbonarsi non è niente affatto obbligatorio.

 

 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 03 aprile 2018 alle 20:45
Autore: Giacomo Treppo
vedi letture
Print